Il rivelatore di metalli (metal detector, o più comunemente “cerca-metalli”) è uno dei più importanti strumenti per individuare oggetti metallici sepolti servendosi delle loro proprietà magnetiche. Tali strumenti possono essere di aiuto per gli archeologi, specialmente nell’ambito d’indagini preliminari e nell’attività di pianificazione degli interventi archeologici più distruttivi. I metal detector sono purtroppo molto usati anche da non-archeologi, che solo in qualche caso sono dilettanti responsabili, in contatto con gli organi preposti alla tutela e da questi autorizzati ad effettuare questo tipo di ricerca; il più delle volte questi dispositivi sono invece utilizzati da soggetti che, mossi da vari intenti (recupero di preziosi sulle spiagge, collezionismo, commercio di oggetti antichi ecc.), agiscono in clandestinità. Essi operano non solo in aree già sottoposte a vincolo, ma anche in altre di notevole potenziale archeologico, o in zone non ancora oggetto di indagini scientifiche programmate. Questo tipo di ricerca si configura come doppia sottrazione al patrimonio pubblico: da una parte vi è una perdita fisica di un bene demaniale, dall’altra viene meno un tassello che, recuperato da mani competenti, contribuirebbe alla ricostruzione della memoria collettiva. Scavando il terreno per estrarre gli oggetti individuati con il cerca-metalli vengono distrutti, o comunque danneggiati l’ambiente naturale e antropico in cui questi si trovavano inseriti; la possibilità di lettura e ricostruzione del contesto archeologico originario nella sua complessità risulta compromessa così in modo definitivo.
Il convegno Archeologia rubata si propone di presentare una serie di esperienze legate alla ricerca e alla tutela del patrimonio archeologico in alcune regioni dell’arco alpino, e di fare il punto della situazione in merito agli strumenti legislativi che consentono di regolamentare e normalizzare l’uso del metal-detector, a partire dalla legge che la Provincia di Bolzano si è recentemente data al riguardo sulla scorta di una analoga legge promulgata nel 1983 dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta.
Bolzano – 19 e 20 febbraio 2009