Archeologi/storici “catastrofisti” e archeologi/storici “continuisti”. Il libro di B. Ward-Perkins (The Fall of Rome and the End of Civilization) ha scosso gli animi di chi ha portato avanti per un trentennio l’interpretazione della continuità dell’Impero romano oltre la tardoantichità, con questo convegno si cercherà di dare una (anche in questo caso) “continuità” alla tesi della “civilizzazione dei Barbari”?
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La caduta dell’impero romano d’Occidente rappresenta, fin dall’età umanistico-rinascimentale, il paradigma storiografico della catastrofe e del declino delle civiltà. Gli storici non hanno mai cessato di interrogarsi sulle cause, prossime o remote, della fine di Roma antica. Questo libro provocatorio di B. Ward-Perkins, celebre archeologo di Oxford, contestando radicalmente le principali interpretazioni mutazioniste degli ultimi trent’anni (sistemazione pacifica dei barbari, lenta trasformazione delle strutture interne della società e dell’amministrazione imperiale, autonomia e originalità della civiltà tardoantica) ripropone con forza, su base archeologica e storico-economica, la tesi tradizionale: Roma è caduta perché la sua civiltà è stata assassinata, nel giro di pochi decenni, dalle invasioni barbariche. Ne discutono a Ravenna, il 13 ottobre, presso il DISMEC, alcuni specialisti di archeologia e di storia culturale e religiosa della tarda antichità e dell’alto medioevo.
Tavola rotonda coordinata da Luigi Canetti. Parteciperanno alla discussione Andrea Augenti; Claudio Azzara; Enrico Zanini; Alba Maria Orselli.
Dipartimento di storie e metodi per la conservazione dei beni culturali (Università di Bologna)
via degli Ariani, 1 – Ravenna