Pubblichiamo di seguito la lettera del Prof. G. Brogiolo in ricordo del Prof. T. Mannoni.
Nella notte tra sabato a domenica (16 – 17 ottobre) Tiziano Mannoni ci halasciato, improvvisamente e inaspettatamente. Meno di un mese fa, il 23settembre, aveva partecipato come discussant al convegno di Gavi su’Archeologia dell’architettura: temi e prospettive’. In quello che credosia stato l’ultimo suo intervento pubblico ci ha intrattenuto per un’ora emezzo, intrecciando ricordi di vita e spunti teorico metodologico geniali,che hanno fornito una traccia importante alle discussioni dei due giornisuccessivi. Su questi spunti, che molti dei presenti hanno percepito comeun testamento etico-ideologico, si tornerà negli atti. Voglio però citareun ricordo che ci ha consegnato e ci aiuta a collocarlo non solo nellastoria delle disciplina, ma anche nel suo percorso di studioso: il suoprimo incontro con Nino Lamboglia, nel 1956, che subito gli propone distudiare un complesso di ceramiche medievali. Dopo alcuni mesi, Tizianoritorna con il lavoro completato, ma Lamboglia cade dalle nuvole: non sene ricordava più. Ci rimase male, ma fu quello l’avvio del suo interesseper l’archeologia durato più di cinquant’anni, senza interruzioni e semprecon un rinnovato entusiasmo. Nell’introduzione al volume di studi in suoonore pubblicato nel 2006, che, non a caso, ha un titolo (“Archeologie”)che ne ribadisce la molteplicità di interessi, Riccardo Francovich (unaltro dei ‘padri fondatori’ che ci ha troppo presto lasciati) ne hadelineato le principali tappe. Dagli iniziali studi sulle ceramiche,fondati sulle analisi archeometriche e confluiti nel 1974 nel fondamentalevolume su ‘La ceramica medievale a Genova e nella Liguria’, alle ricerchea tutto campo condotte con il ‘Centro ligure per la storia della culturamateriale’, divenuto poi, dal 1981, ‘Istituto di storia della culturamateriale’ (ISCUM). Una ricerca di ‘archeologia globale’, come Tizianostesso l’ha definita, che coniugava la ricerca su paesaggi e insediamentia quella sulle architetture. Esponente di spicco del gruppo storico chenel 1974 diede vita alla rivista ‘Archeologia Medievale’, cofondatore, nel1996, della rivista ‘Archeologia dell’Architettura’, è stato altresì tracoloro che, sempre nel 1996, sono andati dal notaio a formalizzare laSocietà degli archeologi medievisti italiani.Negli ultimi vent’anni, come docente nella Facoltà di Architettura diGenova, si era dedicato soprattutto alle ricerche sulle architetture,creando un gruppo trandisciplinare tra Archeologia e Restauro, che èall’avanguardia, non solo in Italia. Le numerose innovazioni teorico -metodologiche e molti dei suoi indirizzi di ricerca, dall’archeometriaall’archeologia dell’architettura, hanno trovato spazio negli insegnamentidi molte università, ma non gli hanno valso un riconoscimento accademicodel suo valore. Del quale, peraltro, non si fece mai un cruccio:l’estraneità a un certo mondo e il precipuo legame con la società civileerano per lui scelte di vita. Piace dunque ricordarlo per l’onestàintellettuale e per la qualità della sua ricerca: Tiziano Mannoni è unostudioso al quale tutti dobbiamo molto.