Sepolture altomedievali all’interno dell’Arena di Verona

Un altro pezzo di storia veronese spunta sotto l’Arena. Nel cantiere in corso negli arcovoli dell’anfiteatro romano per installare la nuova cabina elettrica è emerso dagli scavi uno scheletro umano, che dalle prima indagini è presumibilmente di un individuo di sesso femminile, di età intorno ai 18 anni. L’arcovolo è il 58, in corrispondenza dell’ala.

Come riferisce Brunella Bruno, della Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto che sta svolgendo l’indagine con propri professionisti, finanziata dal Comune, i resti della sepoltura trovati sotto terra farebbero risalire il reperto a un cimitero dell’alto Medioevo, fra VII e IX secolo. È un periodo che i precedenti interventi non avevano messo bene in luce e che, quindi, apre le porte per approfondimenti e ulteriori scoperte.
Gli scavi negli arcovoli 59 e 60 avevano infatti già riportato alla luce stratificazioni di rifiuti, soprattutto di macelleria e poi sotto la pavimentazione reperti di grande importanza storica, fra cui un sesterzio dell’imperatore Claudio. Il che fra l’altro ha permesso di datare la costruzione dell’Arena negli anni 41 e 42 dopo Cristo, confermando che il monumento fu eretto prima del Colosseo di Roma.
Dai due siti di scavo si ricavano anche informazioni sulla vita del monumento fra il Medioevo e la piena età moderna. L’arcovolo 60 in particolare ha permesso di leggere alcune delle vicende tecnico-costruttive dell’imponente cantiere per costruire l’anfiteatro, dalle attività di fondazione fino ai rifacimenti di età imperiale e tardo antica. Sono emersi oggetti di uso comune come manici di ventaglio di epoca medievale, resti di un pettine in osso, anfore di età romana con piccole ossa sedimenti da analizzare, ceramiche, monete di età claudia. Lo scenario che sembra profilarsi nell’arcovolo 58 è invece in parte diverso da quello degli altri ambienti indagati. Lo scheletro appena ritrovato era probabilmente contenuto in una cassa di legno. Successiva alla sepoltura è una fossa contenente i crani e i resti ossei di almeno altri due individui.
«I reperti recuperati confermano l’orizzonte altomedievale delle sepolture», riferisce l’archeologa Brunella Bruno. «In particolare, una tipologia di anfora per il vino, bizantina, molto rara in Italia settentrionale e caratteristica di ambienti dal punto di vista sociale ed economico, parrebbe denotare individui di un certo rango». Per la Soprintendenza la presenza di sepolture nei monumenti e nelle strutture pubbliche in disuso, fra età tardo-antica e alto Medioevo, è un fenomeno ormai ben noto in numerosi centri urbani e nella stessa Verona. «Basti pensare», dice la Bruno, «alle sepolture impiantatesi alla metà del IV secolo nell’area del Teatro Romano e in molti altri siti. L’occupazione funeraria, in questo arco di tempo, caratterizzò anche altri anfiteatri, tra cui il Colosseo».
E scattano domande: «Fra VIII e IX secolo l’Arena fu parzialmente abbandonata e gli spazi degli arcovoli, chiusi e protetti, divennero luoghi funerari in un certo senso privilegiati? Forse le sepolture erano annesse ad abitazioni? O le tombe ritrovate parlano di frequentazione religiosa?», si chiede la Bruno. «Siamo solo agli inizi delle indagini e le evidenze sono al momento assai limitate: contiamo però che la prosecuzione degli scavi nell’arcovolo 58 ci consenta di tratteggiare, con i dettagli dell’evidenza materiale che solo l’archeologia è in grado di restituire, anche questa nuova pagina di storia dell’Arena».

Enrico Giardini da l’arena.it

Share Button

Related posts

Leave a Comment