Una testimonianza dell’antichità emerge dalle nebbie del tempo. Un imponente complesso monumentale funerario del III secolo d.C. in ottimo stato di conservazione è stato scoperto nel corso di una campagna di scavo a Concordia Sagittaria, fuori dalle antiche mura di quella che fu la colonia romana di Iulia Concordia. I risultati della ricerca archeologica e la valenza dei resti sono stati illustrati venerdì nel corso di una visita guidata al cantiere di restauro a Gruaro.
Sono intervenuti Clara Peranetti, dirigente dell’unità Complessità Progetti strategici e politiche comunitarie della Regione del Veneto, Alberto Vigoni, archeologo e consulente scientifico dello scavo per conto della Regione e Federica Rinaldi della soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto. Erano presenti anche il sindaco di Concordia Sagittaria Marco Geromin e Giuseppe Bellotto proprietario dell’area di scavo messa a disposizione gratuitamente.
Lo scavo archeologico, finanziato e coordinato dalla Regione del Veneto attraverso fondi comunitari, sotto la direzione scientifica della soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, ha riportato alla luce l’intero complesso che comprendeva un podio in blocchi calcarei alto quasi due metri e lungo sei, con i resti di due eleganti sarcofagi sulla sommità, due sarcofagi in pietra poco distanti (il cui contenuto è stato ispezionato nel corso della ricerca), il basamento di un terzo, oltre a resti di una precedente necropoli databile alla fine del I secolo a.C. Eccezionale è il rinvenimento di un frammento di iscrizione che sembra dare un volto al committente dell’imponente manufatto di oltre 1500 anni fa. È la prima volta dall’ottocento che viene recuperato in situ un sepolcreto di queste dimensioni e in buono stato. Come accadde a Pompei, la sua conservazione si deve a una calamità naturale: nel V secolo d.C. più alluvioni ricoperirono l’area con uno strato di sabbia e detriti, rendendola inaccessibile. L’intervento è realizzato nell’ambito di “Shared Culture” il progetto strategico per la conoscenza e la fruibilità del patrimonio condiviso, di cui la Regione del Veneto è partner, e finanziato attraverso il programma europeo per la cooperazione transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013.“
da veneziatoday.it