Mosaici raffiguranti figure mitologiche, sirene, pesci e nodi di Salomone; pavimentazioni in marmi policromi; capitelli; iscrizioni. Un intero tratto di città romana, con la strada che l’attraversa lunga 200 metri, è stato scoperto durante gli scavi per la costruzione della nuova Rinascente fra via del Tritone e via Due Macelli: i ritrovamenti abbracciano un’area di 4000 metri quadri e sono già stati fotografati e catalogati dalla Sovrintendenza Archeologica di Roma. Con tutta probabilità erano delle sontuose terme, allora assai diffuse, in un luogo che doveva essere ricco di acque.
Sempre durante i lavori per la costruzione di questa nuova “shopping mall”, infatti, nell’agosto di due anni fa erano già state rinvenute le arcate dell’acquedotto Vergine, uno degli acquedotti più importanti dell’antica Roma. Le arcate – che fanno parte dell’opera la cui costruzione risale ai tempi dell’imperatore Augusto, quando nel 19 a.C. suo genero, il console Marco Vipsanio Agrippa fece arrivare l’acqua corrente fino al Pincio, al Pantheon e alle sue terme – interessano solo il muro di cinta del palazzo dalla parte interna, la zona del cortile.
Adesso, invece, con i nuovi ritrovamenti delle terme e della strada romana, l’area da preservare si è allargata: se per le arcate si era pensato ad una musealizzazione, in questo caso ci si trova di fronte ad un vero e proprio progetto di conservazione, se sarà possibile rendendo almeno in parte visibile questo antico tratto della città. I ritrovamenti, inoltre, hanno bloccato da ottobre i lavori: 9 mesi durante i quali nel cantiere sono rimasti solo i guardiani, mentre le 350 persone ce dovranno essere assunte secondo l’accordo di programma rischiano di aspettare anni.
da Corsera.Roma.it