Un paio di file di mattoni rossi consumate dai secoli. A fianco del Duomo, a due passi dall’arcivescovado, a un metro di profondità: gli operai di A2A si sono fermati increduli.
È un reperto archeologico, un’antica costruzione muraria. Già, ma quanto antica? Una stima vera ancora non c’è, le primissime ipotesi parlano però di un pezzo della Milano medievale, uno scorcio sotterraneo della città antecedente a un cantiere ben più grande, quello della fabbrica della cattedrale.
Tracce di mille anni fa. Il passato che spunta dal futuro. Perché quel cantiere serve per posare i tubi del teleriscaldamento di piazza Duomo. Un progetto peraltro che marcia già con qualche mese di ritardo rispetto alle previsioni. Il calore pulito doveva arrivare alla Madonnina già da ottobre scorso, ultima tranche di allacciamento alla rete che un paio d’anni fa ha consentito di spegnere, per esempio, la caldaia a gasolio (e quindi super-inquinante) di Palazzo di Giustizia. Palazzo Reale, l’arcivescovado, il comando dei vigili di piazza Beccaria, l’anagrafe di via Larga. La Milano medievale sotterranea rischia di complicare l’operazione e rallentare i lavori. Il passato che blocca il futuro.
da corriere.it