Un nuovo museo è stato inaugurato il 26 gennaio scorso. Un museo nel quale sono esposti i reperti trovati sotto l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in quella che un tempo fu la ghiacciaia dei monaci di Sant’Ambrogio, dieci metri sotto terra. Il museo raccoglie anfore, gioielli, monete, ceramiche frutto di venti anni di scavi sotto i cortili dell’ateneo.
La mostra permanente è intitolata “L’abitato, la necropoli, il monastero“. L’area suburbana di Milano nella quale sorse l’antico monastero era abitata sin dall’epoca romana. Si trasformò in necropoli a partire dal III secolo d.C.. Sono state ritrovate 800 tombe, tra le quali una in particolare, battezzata “La signora del sarcofago” ha destato l’interesse degli studiosi. Si tratta del primo sarcofago sigillato ritrovato a Milano dal 1700 in avanti.
La donna che occupa il sarcofago aveva un’età compresa tra i 24 e i 30 anni ed apparteneva quasi certamente ad una famiglia abbiente. Nella sua sepoltura sono stati trovati un ventaglio con manico in avorio, una rocca utilizza per filare, un diadema in ambra e, sul petto della defunta, semi di quello che, un tempo, era un grappolo d’uva e resti di fiori. Oggi la tomba è stata collocata nel Giardino Delle Vergini, all’interno dell’Università Cattolica. Il ritrovamento di anfore greche e spagnole per il trasporto di vino ed olio sono il segno di come già nel I secolo d.C. la città di Milano intrattenesse frequenti rapporti commerciali con i paesi che oggi fanno parte dell’Europa.
Gli scavi della ghiacciaia iniziarono nell’inverno del 1986. In realtà gli studiosi ignoravano la presenza di questo locale, anche se la “Conserva di giazzo”, come era chiamata, era stata indicata in una pianta di Francesco Richini risalente al 1600. Si tratta di una stanza circolare, di cui è rimasta intatta la metà, dove veniva accumulata la neve per conservare gli alimenti.
da “le nebbie del tempo”