I ricercatori hanno individuato il punto esatto in cui l’acquedotto entra nel muro della fortezza dell’antica città di Odessos (che gli antichi Romani chiamavano, a volte, Odessus). Gli scavi condotti dagli archeologi sono stati scavi di emergenza proprio in vista della costruzione di un edificio residenziale. L’acquedotto è conservato in direzione nord dal muro di fortificazione per una lunghezza di 17 metri e si interrompe in corrispondenza di un arco edificato nel periodo ottomano, anch’esso portato alla luce durante degli scavi.
L’acquedotto venne edificato in tre momenti differenti, tra il IV e il VI secolo d.C.. La prima fase è del IV secolo d.C., quando furono edificate anche le mura di fortificazione; la seconda fase è della fine del IV-inizio del V secolo d.C.; la terza fase risale al VI secolo d.C
La sezione della fortificazione in cui si inserisce l’acquedotto ha rivelato che le mura difensive sono fatte di blocchi in pietra legati tra loro con malta che raggiungono l’altezza di circa 3,6 metri. Gli archeologi pensano che l’acquedotto captasse l’acqua per rifornire Odessos da diversi bacini idrografici che si trovavano nella pianura dove sorgeva l’antica città. I tubi in ceramica che trasportavano l’acqua hanno un’ampiezza di circa 25 centimetri.
Quasi tutti gli elementi dell’acquedotto sono ben conservati e promettono di rivelare agli archeologi dove esattamente venisse captata l’acqua. E’ la prima volta che viene scoperto, in Bulgaria, un simile impianto. I risultati dello scavo, ovviamente, non sono ancora definitivi. I reperti devono essere ancora studiati approfonditamente, al fine di trovare una cronologia e una stratigrafia più precise.