Sono da oggi liberamente consultabili on-line all’indirizzo www.raptor.beniculturali.it le informazioni relative a circa 13000 siti archeologici censiti all’interno del webGIS RAPTOR, progetto avviato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali per il tramite delle ex Soprintendenze per i Beni Archeologici, a cui oggi partecipa la Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso.
Il risultato è frutto di un lungo lavoro, in continua evoluzione, intrapreso circa 7 anni fa all’interno della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia in sinergia con le due consorelle di Veneto e Lombardia e con il supporto dell’allora Direzione Generale per le Antichità, lavoro che oggi continua nelle 9 Soprintendenze Archeologia belle arti e paesaggio, coprendo buona parte dell’Italia settentrionale dal Friuli Venezia Giulia al Piemonte.
Acronimo di “Ricerca Archivi e Pratiche per la Tutela Operativa Regionale”, RAPTOR è stato creato per velocizzare l’accesso alle informazioni, snellire le procedure burocratiche, rendere più rapido, efficace ed efficiente il lavoro dei funzionari archeologi, agevolando così indirettamente quello delle altre Amministrazioni pubbliche.
L’innovativo geodatabase gestionale ideato da un gruppo qualificato di funzionari archeologi delle Soprintendenze compie ora un altro passo in avanti.
Infatti, dopo l’apertura del sistema alle ditte archeologiche, che dialogano in questo modo con le Soprintendenze coinvolte popolando l’archivio digitale attraverso l’immissione di dati standardizzati pertinenti alle documentazioni di scavo, si mette oggi a disposizione liberamente all’utenza esterna un lavoro ancora parziale di revisione e digitalizzazione delle informazioni contenute negli archivi cartacei iniziato nel 2013.
RAPTOR, se da un lato permette dunque un’informatizzazione e un’archiviazione digitale delle pratiche di tutela archeologica, in linea con l’esigenza di dematerializzazione della Pubblica Amministrazione, dall’altro diviene oggi anche un prezioso database pubblico di informazioni in continuo aggiornamento sul patrimonio archeologico, terrestre e sommerso, noto da scavi archeologici, rinvenimenti occasionali, notizie edite, etc.
Si affianca dunque alla funzione di tipo prettamente amministrativo destinata al personale ministeriale (gestione pratiche autorizzatorie, mappatura dei progetti pubblici e privati, degli scavi e dei siti archeologici) anche la possibilità per un ampio pubblico di studiosi, specialisti, professionisti, cultori locali o semplici cittadini, di consultare le informazioni principali riguardanti i siti archeologici delle aree regionali partecipanti al progetto.
Il libero accesso anche da parte degli Enti pubblici permetterà agli stessi di impostare, attraverso una facile ed intuitiva consultazione, altresì agevolata dai diversi cromatismi impiegati nella mappa di sistema, le attività di pianificazione o di studio del territorio, pur sempre nei limiti imposti dalle norme vigenti in materia di tutela archeologica (D.Lgs. 42/2004) e di archeologia preventiva (D.Lgs. 50/2016, art. 25).
da http://soprintendenza.pdve.beniculturali.it