VI Incontro internazionale per l’Archeologia barbarica
RAIDS AND RITUALS? REOPENING OF EARLY MEDIEVAL GRAVES
Milano, Università Cattolica (online), 9 dicembre 2022
A cura di Daniel Winger, Edeltraud Aspöck, Caterina Giostra
La riapertura delle tombe è stata a lungo definita con i termini di sacrilegio, incursione, furto o saccheggio, in una visione esclusivamente negativa e illecita. Oggi, si inizia a parlare di “riapertura di tombe”, “interventi secondari” o “manipolazioni”. Le molteplici caratteristiche portano a considerazioni a più livelli delle intenzioni e delle azioni storiche, positive o negative, lecite o illecite.
Il fenomeno del furto in tomba è stato osservato fin dai primi giorni della scienza archeologica. Per molto tempo, è stato descritto con termini come sacrilegio, incursione, furto o saccheggio ed è stato valutato in maniera univoca; soprattutto per l’alto medioevo, questo ha trovato riferimenti anche nella storia giuri- dica dell’epoca.
Al di là di questa suggestione, l’espressione “furto in tomba” sta oggi cambiando. Intanto, si tende a parlare di “riapertura di tombe”, “interventi secondari” o “manipolazioni”. Le molteplici caratteristiche por- tano a considerazioni a più livelli delle intenzioni e delle azioni storiche (o delle nostre interpretazioni di queste azioni storiche). L’assunto dell’apertura illecita solo per ragioni economiche si confronta oggi con un più ampio spettro di interpretazioni, che vanno
da aspetti come (de)legittimazioni di precursori per cause religiose fino a una parte anche standardiz- zata di regolari rituali di sepoltura all’interno di riti di passaggio.
L’incontro internazionale mira a riflettere su questa complessità: verranno presentati e confrontati casi
di studio sulla riapertura di tombe da tutta Europa, dall’Italia alla Scandinavia e dalle Isole Britanniche alla Romania. Saranno prese in considerazione indagini archeologiche e cenni storici e, al di là del ristretto quadro cronologico dell’alto medioevo barbarico,
lo sguardo verrà ampliato ad altre epoche (Età del Bronzo e del Ferro) e alla tarda antichità romana.
Le relationi affronteranno anche questioni metodolo- giche: quali sono i naturali processi tafonomici, qual è il risultato della bioturbazione e quali sono le prove reali delle attività umane? Quando e come è avvenu- ta una riapertura? Come venivano trattati gli oggetti e come i resti del defunto? Ma soprattutto: a cosa dovremmo prestare attenzione durante gli scavi futuri per poter rispondere a queste domande e farne di nuove? Si includeranno esempi di applicazioni del metodo tafonomico dell’Archeotanatologia.
L’incontro internazionale mira a riflettere su questa complessità. Verranno confrontati casi di studio e interpretazioni da varie aree dell’Europa barbarica (e non solo), per definire indicatori archeologici e possibili significati storici di un fenomeno articolato, diffuso e significativo.
(foto: Graves 561 and 562, Kolbsheim (Bas-Rhin, Alsace, France) – © Antea Archéologie)
Maggiori info : https://archeologiabarbarica.it