La mostra intende presentare al pubblico in anteprima i risultati dell’indagine archeologica (febbraio 2006 e il giugno 2010) condotta nelle cantine e nei cortili di Palazzo Mazzetti, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie, nel quadro dei lavori di restauro dell’edificio sostenuti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti.
In tempi molti rapidi, dunque, rispetto alla conclusione dei lavori, si offre in anteprima una scelta di reperti, attraverso i quali passa il racconto storico di questo settore del centro cittadino, tra il I secolo a.C. e l’epoca della formazione del palazzo nobiliare (XVII-XVIII secolo), oggi di proprietà della Fondazione C.R.Asti e sede del museo civico.
Souvenir m’en doit, “mi si deve ricordare”, il motto araldico della famiglia Mazzetti, è per noi ormai privo di collegamento con il suo diretto riferimento, i motivi o l’occasione che ne indussero la scelta; ma è l’esigenza del ricordo che prevale nel suo contenuto, la medesima che ha spinto a realizzare questa mostra.
Il ricordo, non come fatto personale e soggettivo, ma come necessità dell’intera società di guardare indietro, al proprio passato, cercando di coglierne le ragioni partendo dai fatti minimi: questi, sommati, entrano a far parte della storia di una città, di un intero paese, di un continente.
Il restauro di un palazzo storico può rappresentare, dunque, l’occasione di ristudiarne la storia senza fermarsi alla superficie, ma andando più in profondità: cos’erano questo luogo e la città in cui si trovava prima che una porzione consistente di isolato diventasse una residenza nobiliare? Attraverso i risultati di una rigorosa applicazione dei principi dell’archeologia stratigrafica, si è tentato di offrire a tutti un piccolo squarcio di storia urbana, in una corsa di molti secoli, in attesa di conoscere, attraverso lo studio integrale dei reperti e dei contesti, l’edizione completa dello scavo e di poter inserire, all’interno del percorso museale, anche la visita dei sotterranei del palazzo.
Gli interventi non sono dunque terminati: rimane un grande lavoro da compiere per poter raggiungere alcuni dei nostri obiettivi, tenendo presente che numerose considerazioni sostenute saranno arricchite da nuovi dati, a cominciare dalle datazioni di alcuni elementi con il metodo del carbonio 14 e della termoluminescenza.
I piccoli oggetti che vengono qui esposti vogliono essere la riprova che non recuperarli, tentando al contempo di ricostruirne gli usi, significa per noi voltare le spalle a noi stessi, così come per i Mazzetti la perdita del ricordo significava la cancellazione del ruolo che lo status nobiliare assegnava loro per nascita.
da astiturismo.it
dal 10 settembre al 10 aprile 2011
Asti, Palazzo Mazzetti di Frinco – Corso V.Alfieri, 357
www.palazzomazzetti.it