Magdala, città natale di Maria Maddalena (cf. Lc 8,2; Mt 27,56) secondo i topografi corrisponde a Magadán, altrimenti anonima località menzionata dal vangelo (cf. Mt 15,39) a proposito della seconda moltiplicazione dei pani e dell’insegnamento di Gesù sui segni dei tempi.
Il nome semitico «Migdal nunaja» (Torre dei pesci) o greco «Tarichea» (Pesce salato), rimanda alla principale attività cittadina, favorita dalla superba posizione sulla sponda occidentale del Lago di Tiberiade. Stando alle informazioni degli storici antichi era il più florido agglomerato urbano nella valle di Genezaret (cf. Mt 14,34; Mc 5,35).
Fondata nel tardo periodo ellenistico, la città cadde durante la Prima rivolta anti-romana (65 d.C.) dopo l’assedio via mare capeggiato del generale Tito (cf. Giuseppe Flavio, Guerra giudaica, 3,10,3), dove persero la vita 6.000 rivoltosi.
Durante il diffondersi della cristianità era normalmente visitata dai pellegrini provenienti da Nazarert verso Cafarnao, o da Cafarnao verso Gerusalemme.
Qui essi commemoravano il luogo natale o la casa di Maria di Magdala in una magnifica chiesa curata da una comunità di monaci.
Nel quinquennio 1971-75 una estesa indagine archeologica condotta dai francescani V. Corbo e S. Loffreda dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme ha riportato in luce una vasta porzione del tessuto urbano con i suoi edifici, le sue ville splendidamente mosaicate, le vie lastricate, un grande piazza porticata e una preziosissima «mini-sinagoga» del tempo di Gesù, successivamente trasformata in collettore d’acqua quando l’irrompere di una sorgente nel III sec. d.C. costrinse alla costruzione di una torre idraulica (ancora conservata in tutta la sua altezza) da cui dipartiva un acquedotto retto dagli archi impostati sul cardo massimo.
Gli scavi hanno inolte scoperto il vasto monastero (m 100 x 33) menzionato dai pellegrini (Teodosio, Willibal, Epifanio, Eutichio, Abate Daniele, Sewulf….), che ha diversi ambienti pavimentati con un raffinato pavimento musivo, ma non è stata ancora riscoperta la chiesa ancora «bella e non distrutta ma fortificata (oppure ridotta in stalla – secondo un manoscritto)» (Ricoldo di Monte Croce) nel XIII sec.
Dopo 30 anni dagli scavi di Corbo-Loffreda, recenti lavori di ripulitura (2006-2007) hanno riportato a vista tutte le strutture murarie che ora necessitano di un urgente intervento di restauro e consolidamento.
Allo scopo è stato avviato il rilievo architettonico e la mappatura dettagliata di ogni emergenza, per redigere un adeguato progetto d’intervento conservativo.
Tra l’altro si rende improrogabile lo strappo ed il restauro dei tappeti musivi pavimentali superstiti che dovranno essere quindi ricollocati su adeguati supporti e protetti dagli agenti atmosferici.
Nel contempo, l’apertura di una nuova indagine archeologica nel settore occidentale (2007), ha permesso di definire l’assetto urbano di Magdala nel periodo romano e tardo-romano. Nuovi quartieri abitativi, in stato di crollo, stanno tornando alla luce, assieme ad una ricca suppellettile domestica. Le abitazioni sono allineate secondo un asse viario est-ovest che sembra essere un decumano.
Con il completamento dei nuovi scavi archeologici e l’adeguato consolidamento delle strutture sarà possibile prevedere un percorso di visita all’interno delle rovine che si presti splendidamente ad illustrare la vita quotidiana della città al tempo di Gesù.