Un ritrovamento di eccezionale valore, che arricchirà di un nuovo importante capitolo la storia di Bobbio (Piacenza): gli scavi archeologici nella navata centrale dell’abbazia di san Colombano, hanno portato alla luce la facciata, e il relativo ingresso, di un edificio di culto di età medievale, precedente alla chiesa attuale.
Il ritrovamento consentirà, a seguito di adeguata rielaborazione dei dati acquisiti, di proporre una ricostruzione dell’antico assetto della chiesa abbaziale nel suo sviluppo, sinora resa impossibile dall’assenza di evidenze provenienti dal sottosuolo.
Lo scavo, condotto sotto la direzione scientifica delle dott.ssa Roberta Conversi (Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna) e Eleonora Destefanis (Università del Piemonte Orientale, Vercelli), ha permesso di ricostruire con puntualità le fasi del cantiere di costruzione della basilica attualmente conservata in elevato, oltre a diverse strutture funerarie di età moderna, alquanto imponenti per dimensioni, disposte entro la navata centrale, lungo il colonnato che la separa da quella laterale.
Data l’importanza dei ritrovamenti e grazie alla disponibilità della Parrocchia di San Colombano e della Diocesi di Piacenza-Bobbio, lo scavo proseguirà ancora nei prossimi giorni.
Nel frattempo si è concluso a Bobbio il campo-scuola in archeologia medievale che nelle scorse due settimane ha visto impegnati studenti di diverse nazionalità – italiani (Università del Piemonte Orientale, Vercelli), irlandesi (National University of Ireland, Galway) e francesi (Università di Besançon, CNRS) – presso la basilica di san Colombano, nell’ambito del Progetto di Ricerca Internazionale “Making Europe: Colombanus and his Legacy”. Durante la permanenza a Bobbio gli studenti hanno potuto accostarsi alla metodologia dell’indagine archeologica, concentrandosi non solo sulla tecnica di scavo, ma anche sulla classificazione e studio dei materiali rinvenuti (tra cui affreschi, stucchi, ceramica, metalli) così come sulla documentazione grafica e fotografica, per imparare le tappe attraverso cui si giunge alla ricostruzione della storia di un luogo a partire dalle fonti materiali.
Sono state previste diverse attività formative, quali alcune visite guidate da esperti rispettivamente ai siti neolitico e altomedievale di Travo e al locale Museo Archeologico, al complesso episcopale di Parma e al Museo Archeologico Nazionale della città, al Museo dell’Abbazia di Bobbio.
Numerosi sono stati i momenti di approfondimento e di studio, sotto la guida di specialisti, riguardanti l’archeologia nella valle del Trebbia e nelle valli contermini, il disegno archeologico, la fotogrammetria e le ricostruzioni 3D per lo studio e la valorizzazione dei siti e dei materiali archeologici, l’archeologia del paesaggio.
Diversi studiosi, molti dei quali membri del Progetto di ricerca, si sono avvicendati nel guidare il percorso di approfondimento intrapreso dagli studenti: tra gli stranieri che hanno visitato lo scavo, la presenza del prof. Conor Newman (Università di Galway) e del dott. Cormac Bourke – che hanno anche esaminato il reliquiario irlandese esposto a Bobbio – della dott.ssa Yolande O’ Brien (Università di Galway), dei proff. Sebastien Bully (CNRS), Morana Causevic (Università di Besançon), Pascale Chevalier, Arlette Maquet (Università di Clermont-Ferrand), ha apportato un importante contributo allo svolgimento delle attività formative e di ricerca.
da piacenzasera.it