Appia, spunta catacomba segreta: nel parco della Caffarella complesso di stanze e corridoi sepolcrali del IV secolo. La scoperta è avvenuta durante l’esplorazione di una cava. I ricercatori si sono infilati in un canale largo appena un metro.
Sono rimaste nascoste a circa otto metri di profondità per oltre 1700 anni. Poi la scoperta per puro caso. Erano giorni che gli speleologi esploravano un sistema di cave in una porzione del parco della Caffarella, a Roma, a ridosso dell’Appia Antica. Gallerie labirintiche scavate nel tufo che si sviluppano ancora oggi per chilometri. Fino a quando l’occhio esperto di quel mondo sotterraneo non ha colto un dettaglio insolito.
Una parete di antichi laterizi, con uno stretto pertugio seminascosto. E si sono insospettiti, “per quella conformazione muraria tutta diversa“. Si sono infilati in un canale largo appena un metro, hanno strisciato fino a quando non si è spalancata una vasta camera quadrata. A quel punto, le luci sui caschetti dei ricercatori hanno restituito un grande ambiente segnato da una serie di nicchie coronate da archi e sepolture scavate in sequenza perfetta sulle pareti. Ed è così che ieri l’équipe del Centro Ricerche Speleoarcheologiche Sotterranei di Romaguidata da Marco Placidi ha rinvenuto un complesso catacombale fino ad oggi del tutto sconosciuto, estraneo alle carte archeologiche, che si sviluppa nelle viscere della Caffarella, ai margini del tracciato della Regina Viarum tra via della Caffarella e via Appia Pignatelli.
La datazione oscilla tra il IV e il V secolo. Le catacombe (ancora si indagano i materiali per decifrare il carattere cristiano o pagano), sono intatte nella struttura architettonica, che conserva in molte parti tracce di intonaco. Ma le tombe appaiono in larga parte profanate. Alcune sepolture rivelano ossa umane ormai scomposte.
A colpire i ricercatori, i resti di una dentatura intatta appartenuta a un bambino. Una prima ipotesi formulata è che sia un settore sconosciuto delle catacombe di Pretestato. Dimenticato anche perché evidenti testimonianze di crolli hanno isolato completamente il monumento, tanto che non esistono vie d’accesso libere, se non direttamente dalla cava. Tutto è cominciato da un’operazione di mappatura topograficadel sistema di cave romane all’interno della Caffarella avviato un anno e mezzo fa.
Nelle ultime settimane, sulla base di un accordo ufficiale con un’istituzione proprietaria di un vasto fondo di terreno, gli speleologi stavano concentrando le indagini sul settore di cava ottocentesca abbandonataa ridosso della via Appia Antica. Fino alla sorpresa. Così, bussola e metro laser alla mano, si è esplorata la nuova catacomba.
Si è partiti da un corridoio di quaranta metri segnato da loculi a destra e sinistra coperti da laterizi, che si interseca con un altro rettifilo secondo uno schema a croce greca che si estende per quasi cinquanta metri quadrati. In questa scacchiera si aprono in sequenza due grandi stanze quadrate coperte da volte, e con varie nicchie funerarie laterali, ai cui piedi sono stati rinvenuti frammenti di marmi decorativi e di intonaci dipinti di rosso.
Una curiosità, queste due stanze sono sovrastate, in un vano accanto, da due monumentali camini scavati nel tufo e ricoperti di intonaco. Forse condotti per i livelli superiori delle catacombe. Gli ambienti evidenziano, inoltre, molte percolazioni: le superfici trasudano acqua che nei secoli ha creato estese concrezioni calcaree che hanno intaccato le pittura. Ora si aspetta la diagnosi della Soprintendenza ai beni archeologici.
da Il Messaggero