Un inedito medaglione di bronzo cristiano è stato scoperto negli scavi dell’antica fortezza di Burgos (Poros) a Capo Foros, nella città bulgara di Burgas, sul Mar Nero. Il medaglione è il secondo artefatto paleocristiano ritrovato nella fortezza nel 2015, dopo il ritrovamento della teca in piombo che, secondo la tradizione, conterrebbe le ceneri di Giovanni il Battista.
Il medaglione è stato scoperto durante gli scavi di un edificio di VI secolo d.C., è in bronzo ed ha una forma rotonda, con un diametro di 3,5 centimetri. Vi sono riportate otto croci, una delle quali è posta al centro e le altre sette tutt’intorno. La croce centrale è stata ricoperta con smalto bianco, mentre le croci periferiche con pasta di vetro gialla. Reperti come questo sono molto rari. Solitamente sono in bronzo, argento ed oro e decoravano vasi di culto, tazze, calici, piatti e reliquiari.
Il rovescio del medaglione di Capo Foros presenta tracce della presenza di legno, che fa intuire che fosse posto su un supporto ligneo. “Non vi sono prove sufficienti che questi tipi di medaglioni ornassero scatole o coperchi di legno di libri liturgici“, hanno spiegato gli archeologi. “Per questo nella fase attuale si assume che il medaglione ritrovato a Fors adornasse la copertina di un Vangelo o una scatola utilizzata per custodire materiale liturgico come un libro o un calice“. Gli archeologi aggiungono che la forma e la decorazione del medaglione di Burgos sembrano molto simili a un’immagine rappresentata nella Basilica di San Vitale a Ravenna.
Nei mesi di luglio e agosto 2015 gli archeologi del Museo di Burgas hanno lavorato sugli scavi di una villa romana con ipocausto, tornata alla luce nel 2013. La villa risale al III secolo d.C. e su di essa sono stati impiantati, tra il VI e il VII secolo d.C., due edifici di epoca bizantina. In uno di questi edifici è stato trovato il medaglione. Un altro edificio scavato dagli archeologi, sempre di epoca bizantina, presenta un sofisticato sistema di drenaggio delle acque di scarico, che convogliava queste ultime direttamente nel Mar Nero.
Tra i reperti trovati negli edifici scavati vi sono grandi pithoi (vasi in ceramica) per lo stoccaggio dei prodotti agricoli e 30 anfore trovate in un deposito, che sono già in fase di restauro. Non sono stati finora ritrovati oggetti di uso quotidiano e questo ha fatto pensare ai ricercatori che molto probabilmente gli edifici scavati fossero dei magazzini nei quali, in epoca bizantina, venivano custodite le merci in spedizione attraverso il porto di Poros.
Al di sotto dei primi strati archeologici bizantini, i ricercatori hanno raggiunto le mura della villa romana di III secolo d.C., lunga 20,80 metri e larga 10, con nove camere delle quali quelle poste ad occidente avevano un ipocausto. La villa continuò ad essere utilizzata fino al 330 d.C. circa.
Dagli scavi del 2015 nella fortezza di Poros sono emersi oltre 200 reperti, tra i quali una statuetta, conservata per metà, raffigurante un cittadino romano recante sull’abito applicazioni in bronzo e in argento. Sono state trovate anche monete in bronzo del periodo che va dalla fine del II secolo alla prima metà del IV secolo d.C., ceramiche in rosso lucido (terra sigillata), un gran numero di piastrelle in marmo e cornici di finestre sempre in marmo.
Gli edifici del primo periodo bizantino (VI-VII secolo d.C.) hanno restituito monete di tutti gli imperatori bizantini dall’inizio del VI fino all’inizio del VII secolo d.C., tra i quali Anastatio I Diocoro, Giustino I, Giustiniano I il Grande, Giustino II, Tiberio II Costantino, Maurizio, Foca.
Tra gli altri reperti vi sono applicazioni in osso, punteruoli, lampade in argilla.
da oltre-la-notte.blogspot.it