Le giornate di studio saranno presentate il 21 ottobre alle ore 11.30, da Roberto Cecchi, Commissario straordinario per le linne metropolitane di Roma e Napoli, e da Angelo Bottini, Soprintendente archeologo di Roma, presso il Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo alle Terme.
Nei suoi tempi di progettazione e di realizzazione, necessariamente molto lunghi, l’idea di costruire una terza linea (C) della metropolitana di Roma si è andata sviluppando lungo il medesimo arco cronologico in cui anche l’archeologia italiana ha conosciuto una profonda trasformazione, in sintonia peraltro con ciò che si andava verificando in altri Paesi europei (…) il progressivo passaggio dall’archeologia d’urgenza a quella preventiva, intesa quale unico modus operandi adeguato sotto il profilo scientifico per territori dalla lunghissima frequentazione umana.
(…) In questa prospettiva di crescente riconoscimento pubblico ed aggiornamento metodologico del ruolo dell’archeologia è andata quindi delineandosi anche la valutazione del progetto della nuova linea della metropolitana da parte dei tecnici della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma (già da molti anni gestori di una capillare attività di tutela preventiva, garantita da norme specifiche del piano regolatore), sempre più percepita non solo quale causa di fin troppo owie preoccupazioni dal punto di vista della tutela ma anche quale occasione di conoscenza, sul modello di quanto era awenuto da poco ad Atene o stava avvenendo a Napoli. (…).
Ne è chiara espressione già la fondamentale presa di posizione ufficiale assunta nel 2003, in cui, oltre a delineare con molta precisione e chiarezza il quadro dei principali problemi che si sarebbero dovuti affrontare, veniva formulato l’auspicio che l’opera mantenesse quella connotazione di Metro archeologica prospettata dalla stessa relazione generale che accompagna il progetto, non solo come semplice strumento di trasporto, ma anche come mezzo di valorizzazione del patrimonio storico di Roma.
(…) sarebbe del tutto errato concludere che il cantiere della linea C non rappresenti anche un’eccezionale occasione di conoscenza (…) il contributo non è rappresentato in modo specifico dalla scoperta di monumenti e contesti di rilevanza assoluta, bensì da un ampliamento delle nostre conoscenze dell’intero sistema insediativo, dalla possibilità di verificare (tenendo comunque ben presente che l’archeologia non è una scienza sperimentale bensì largamente probabilistica) ed integrare, con tecniche e strumenti adeguati, le risultanze di molte indagini precedenti in aree di fatto precluse alla ricerca archeologica.
21-22 ottobre 2009
Roma, Museo Nazionale Romano Palazzo Massimo alle Terme